Gli spettatori devono affrontare dipendenze preoccupanti fin dalla più tenera età

Il King’s College di Londra e la Nottingham Trent University forniscono finanziamenti come membri di The Conversation UK.

Nel 1997, Douglas Rushkoff ha audacemente previsto l’emergere di una nuova casta di adolescenti analfabeti in campo tecnologico. Sosteneva che i bambini del suo tempo sarebbero presto diventati “screenager”, dotati di vantaggi senza sforzo rispetto ai loro genitori, essendo stati cresciuti fin dalla nascita con una dieta a base di computer e dispositivi microchip.

Arriviamo al 2014: gli screenager sono diventati maggiorenni in un mondo governato da Twitter e Candy Crush Saga. Un corpus sostanziale di prove esamina il modo in cui la saturazione dei media modella l’identità dei bambini e degli adolescenti.

Se da un lato ci sono evidenti vantaggi nel maturare come nativi digitali, dall’altro alcuni esperti sono preoccupati per la salute fisica e psicologica dei nostri screenager.

I pericoli dell’immersione nei media

L’alfabetizzazione tecnologica fin dalla più tenera età presenta dei vantaggi, come l’acquisizione di competenze informatiche che saranno utili in futuro, ma anche dei rischi.

Oltre ai pericoli dell’isolamento sociale e dell’inattività fisica, ci sono anche pericoli che non derivano direttamente dai mezzi informatici in sé, ma da ciò che accade quando i bambini vi sono esposti. La possibilità di accedere alla pornografia o al gioco d’azzardo online solleva ogni tipo di problema quando sono coinvolti i bambini.

Particolarmente insidiosi sono i prodotti “foot-in-the-door” che, combinati con le tecniche di marketing dei big data, si rivolgono specificamente agli adolescenti e stimolano comportamenti patologici. Ad esempio, alcuni giochi gratuiti su Facebook, tra cui Zynga Poker e Slotomania, normalizzano il gioco d’azzardo e separano il brivido del gioco dalle conseguenze della perdita. Il giocatore può sperimentare l’eccitazione della vincita ma, poiché non c’è denaro in gioco, non subisce alcuna conseguenza nella vita reale quando perde. Questo rappresenta un grosso rischio e potrebbe portare al gioco d’azzardo problematico nell’adolescenza.

Anche altri giochi freemium per app e internet comportano un fattore di rischio per il comportamento patologico. I cosiddetti “giochi casual”, come Flappy Bird, Bejeweled e Candy Crush Saga, utilizzano tecniche di condizionamento comportamentale per tenere i giocatori impegnati per lunghi periodi, il che può inibire lo sviluppo sociale dei giovani.

E anche se non crediamo al panico morale così spesso diffuso dai media, ci sono prove che suggeriscono che l’accesso prolungato alla pornografia può avere effetti dannosi sui giovani.

Il sito web sulla salute mentale Psych Central riporta che non solo è facile imbattersi nella pornografia online (con termini di ricerca come “toy” che spesso fanno apparire immagini per adulti), ma l’esposizione ripetuta può essere eccessivamente stimolante e potenzialmente coinvolgente per i giovani.

Secondo il sito, “la dipendenza da cybersex funziona in modo simile a qualsiasi altra dipendenza, portando a un ciclo di preoccupazione, compulsione, acting out, isolamento, autoassorbimento, vergogna e depressione, nonché a una visione distorta delle relazioni reali e dell’intimità”.

I più suscettibili alla visione compulsiva di materiale pornografico sono gli adolescenti con un sostegno limitato da parte dei genitori, che è anche correlato all’accesso al web senza supervisione.

Nuove dipendenze

Mentre la dipendenza da alcune attività è ragionevolmente consolidata, il concetto più generale di “dipendenza da media” nei giovani è più difficile da definire.

Innanzitutto, non è facile definire la dipendenza come si applica a qualsiasi attività, anche a problemi tradizionali come il gioco d’azzardo. Quindi, quando si tratta di nuove tecnologie e servizi, il quadro diventa più confuso.

Si è tentati di parlare di “dipendenza da media” come termine generico per indicare l’eccessivo tempo trascorso online, ma ci sono così tante opportunità per i nativi digitali di impegnarsi in attività dannose che dovremmo pensare in modo più dettagliato ai problemi che possono sorgere per loro.

Se, ad esempio, possiamo raggruppare le persone come “dipendenti da Facebook”, potrebbe esserci una grande differenza tra chi passa una quantità malsana di tempo a coltivare pomodori virtuali su Farmville e chi invece è patologicamente coinvolto nella messaggistica istantanea.

Iniziare da giovani

Questi fenomeni sono già abbastanza sconcertanti di per sé, ma dobbiamo anche considerare il fatto che per i giovani di oggi il processo di immersione nei media inizia spesso nella primissima infanzia.

L’anno scorso, l’associazione Common Sense Media e l’azienda di elettronica VTech hanno condotto un’indagine su 1.463 genitori con figli di età inferiore agli otto anni negli Stati Uniti e hanno scoperto che il 75% aveva accesso a dispositivi intelligenti. Il dato è aumentato rispetto al 52% del 2011. Ciò suggerisce che, una volta raggiunta l’adolescenza, è molto probabile che i bambini siano partecipanti attivi alle reti informatiche globali.

Mentre i bambini degli anni ’90 sono stati cresciuti con una dieta a base di media digitali discontinui (MTV e giochi a 16 bit), la prossima ondata di screenager avrà più account sui social media, esponendoli a tutti i rischi che questo livello di connettività comporta.

Dagli utenti minorenni che vedono il gioco d’azzardo come una fonte di ricchezza agli adolescenti la cui sessualità formativa è filtrata dal porno su Internet, l’influenza dell’immersione nei media sulle menti in via di sviluppo è inquietante.

Si può solo immaginare lo stato mentale dei giovani quando un universo di informazioni, tentazioni e pericoli può essere portato in tasca. Se da un lato è ovvio che l’uso di Internet comporta enormi vantaggi per i giovani, dall’altro è necessario educarli ai pericoli prima che si sviluppino delle dipendenze.